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  • Immagine del redattoreCangrande On Life

Con la virtù della Prudenza ... possono brillare luci di Speranza!

Aggiornamento: 5 apr 2021

<< La prudenza (prevedere e provvedere) è nel pensiero greco e latino. Poi nel successivo pensiero occidentale ed europeo, ovviamente non solo fra i credenti, una rilevante virtù, per molti la prima delle quattro virtù cardinali, accanto a giustizia, fortezza, temperanza..(....)

Fra l’altro, la buona salute è una virtù che ha caratteri sia individuali che collettivi; la prudenza che vi è connessa è dinamica più collettiva che individuale. La qualità morale e i comportamenti materiali del singolo non sono sufficienti a garantire un risultato. Serve far prevalere una prudenza di comunità. (...)

Comunità e individui prudenti non sono indecisi o titubanti, sanno decidere con sano realismo, senza esagerazioni paralizzanti e facili entusiasmi in una direzione o nell’altra.>> (*)


Vi lasciamo ora a questa bella testimonianza di due operatori sanitari che stanno lavorando sul fronte della lotta al Covid:

UN VIRUS COME TANTI?

<< Di Coronavirus ne conoscevamo tanti, ogni inverno li incontravamo senza quasi rendercene conto, ma questo Covid19 è da quasi un anno che ci stravolge le vite.

Anche tra noi sanitari in principio uscivano impressioni e pareri discordanti perché di fronte ad un virus nuovo c’è chi ne ha minimizzato gli effetti chi invece ha prospettato scenari devastanti.


Finchè non ti arriva vicino non te ne rendi conto e non assisti in diretta alle conseguenze a cui può portare risulta facile e normale ripararsi dietro uno scudo di scetticismo minimizzando, perché è meglio credere alla realtà che più ci fa star bene.

Non dimenticheremo gli occhi lucidi di colleghi febbricitanti costretti all’improvviso a lasciare il lavoro.


Non serviva che descrivessero a parole il turbinio di emozioni, perché il loro sguardo esprimeva tutto:

paura di non sapere cosa li avrebbe aspettati (avrò i sintomi’? Quali? Saranno lievi? Finirò in terapia intensiva? Morirò?..), preoccupazione e scuse per le persone con cui condividevano il lavoro, il timore per aver potuto introdurre il virus nelle proprie case.

LE TERAPIE INTENSIVE

Non dimenticheremo cosa si prova ad entrare in una terapia intensiva Covid, dove giacciono persone immobili e sole, senza il conforto delle persone care.

Chi esce dalla terapia intensiva o semi-intensiva porterà nella memoria il suono ripetitivo dei respiratori e delle apparecchiature, che entra nelle viscere e nel cervello, così da essere insostenibile.


Per fortuna tanti ce la fanno ed è proprio da loro che arrivano i messaggi più importanti: state attenti e siate prudenti!

Questo invito arriva anche dai medici che lavorano costantemente nei reparti Covid, costretti a lavorare con presidi necessari, ma faticosi da sostenere, senza poter bere o andare in bagno per il turno intero e così impegnativo psicologicamente perché a contatto con la sofferenza e la morte ogni giorno.

Non dimenticheremo le code per fare i tamponi, ogni 20 giorni, ogni settimana oppure ogni 2 giorni a seconda del servizio svolto o dei contatti con persone positive: si ha il tempo di pensare e riflettere su quanto appaia paradossale e surreale la situazione creatasi.

Ricordiamo le battaglie per avere i presidi adeguati e per convincere le persone a seguire le norme di prevenzione: il distanziamento, l’uso corretto delle mascherine, la pulizia frequente delle mani.

Perché questo virus di male ne ha fatto e ne sta facendo ancora: ad oggi sono circa 80.000 i decessi solo in Italia. (dato del 12 gennaio)

La speranza di trovare un farmaco: tanti rimedi parziali ma nessuno che risulti completamente efficace.

UNA LUCE DI SPERANZA...

…E finalmente una luce: il vaccino! E’ arrivato e con esso la speranza di poter vincere la guerra contro questo virus e non solo singole battaglie.

Alla prima dose un mix di emozioni: un timore, che non vuol dire paura, legato alla novità e tanta tanta commozione perché rappresenta la speranza più concreta che abbiamo avuto fino ad ora e così tanto desiderata.

Sono tornate le lacrime agli occhi ma questa volta per la felicità.

In coda eravamo in tanti e si respirava un’aria serena , direi quasi gioiosa… per la prima volta dopo tanto tempo!

Ora l’augurio che il vaccino arrivi per tutti, perché abbiamo bisogno di tornare alle proprie vite, al nostro lavoro come era prima, guardando in faccia i pazienti e viceversa potendo essere più vicini a loro senza mascherine ad interporsi, perché anche un sorriso o una mano sulla spalla può aiutare ad affrontare meglio qualsiasi malattia.>>.



Marta e Giovanni


 

* Articolo Di Valerio Calzolaio, Il Bo Live di UNIPD: http://ilbolive.unipd.it/index.php/it/news/sincronia-prudenza-diacronia-pandemia


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